Associazione sul ConfineSono dunque arredi paradosso: per sentirsi insieme, ma singolarmente...
by
Riccardo Bianchi
ASSOCIAZIONE SUL CONFINE
in "Confini Spontanei, Naturalmente Reversibili" / 2012
“L’informazione è l’ossigeno dell’era
moderna. Filtra attraverso i muri
protetti dal filo spinato si diffonde
oltre i confini elettrificati”
di Ronald Reagan
“Quando i beni non attraversano i
confini, saranno i soldati a farlo”
di Frédéric Bastiat
1. Primo movimento: Parole
Cum finis, confine, confino.
Andare al confino,
essere mandato al confino, confinato ? fuggire dal confino,
sconfinare, sconfinamento. Sconfinato. Infinito. Senza fine. Infine, finis terrae.
Di nuovo: Confine. Confinare. Confinamento:
avvicinamento dei nuclei atomici a una distanza infinitesima.
Infinito microscopico. Nanoconfine. Confine.
Confinale, pizzo lombardo a cavaliere di valli finitime. Limitrofe,
limite, limes, sentiero obliquo,
piega che delimita,
pone un limite. Crea limen, soglia per oltrepassare il limes,
stare oltre, stare di fronte, fronte, frontiera, frontière, frontera.
Confine. Piega, grinza
grinza sulla terra, grizina. Grenze. ?berschreiten die Grenze.
Uomini e donne varcano la grinza, il confine.
? Scambio, scambiarsi, scambiare. Catallassi.
Cambiare. Fluire, rifluire,
moti osmotici attraverso una membrana tra suoi spazi di qualità diversa.
Membrana [da membrum, entità di un insieme]: margine cellulare
che divide e connette, blocca e catalizza. Dunque
ancora un confine,
reversibile.
Naturale. Margine ? orlo, bordo. Border, confine in inglese, ordo, ordine ->
I
merge,
fusione
spazio condiviso
? Il confine ordina lo spazio,
regola le distanze di cose e persone,
suggerisce le posizioni reciproche
organizza accessi, esodi, fughe, secessioni, sparizioni, comportamenti
impone un fuoco d’attenzione dentro il “suo” spazio.
Confine: equilibrio/squilibrio
Essoterico/esoterico
Razionale/irrazionale
Prima/dopo
Avanti/indietro
Dunque: antropologia del confine
Ma quale?
Confine statuito di difesa ed esclusione, conservativo,
territorialmente espansivo
Confine spontaneo:
di libera circolazione. Diversità condivise.
Innovativo. Concettualmente espansivo.
2. Secondo movimento: lo spazio del fuoco
Intorno a ogni punto, particella, cellula, organismo,
essere vivente si forma un campo. Di forze, di
energia. Un campo che confina con un altro campo, che
esiste perché confina con quello e con altri campi. Il
confine di sé e il confine dell’altro. Io e tu, entità
indissolubilmente complementari: confini permeabili ma
non inesistenti (anzi), territori dinamici di reazioni
e interazioni, soggetti alle leggi di natura, dunque
“ultronei e catallattici” (Friedrich Von Hayek). Scrive
il filosofo e sociologo Zygmunt Bauman: “I ‘confini
spontanei’ costituiti dal rifiuto di una commistione,
anziché da cemento e filo spinato, svolgono una doppia
funzione: oltre ad avere lo scopo di separare, hanno
anche il ruolo/destino di essere delle interfacce, di
promuovere quindi incontri, interazioni e scambi, e in
definitiva una fusione di orizzonti cognitivi e pratiche
quotidiane”.
Fatte le debite proporzioni culturali e antropologiche,
c’è tutto questo nei nuovi camini progettati da Gumdesign
(Gabriele Pardi e Laura Fiaschi) per e con le aziende
Dim’Ora e Friul Mosaic: le quali, l’una specializzata
nella tecnologia del caldo a legna e a gas, l’altra un
nome nobile tra i produttori di rivestimenti in marmi
e mosaici, hanno scelto per una volta di superare i
rispettivi confini merceologici e di unire le proprie
competenze nel segno di un progetto integrato. Con
sapida e leggera immaginazione, essi, camini, rispondono
a tali considerazioni, sono, a loro modo, un manifesto
della complessa, articolata, multiversa metafora
che si cela nella parola “confini”, e in particolare
nella locuzione baumaniana di “confini spontanei”.
Ricombinando abitudini del passato, raggruppano in uno
spazio, almeno territorialmente, delineato (confinato)
una serie di azioni-funzioni nella storia più recente
separate, ma un tempo più lontano unite, secondo però
altri criteri. Arredi paradosso: per sentirsi insieme,
ma singolarmente.
Agape, per esempio, traendo spunto anche dal nome
che rimanda all’amore disinteressato e al banchetto
comunitario cristiano, genera una unica “coperta” musiva
che dalla fronte del camino scende a rivestire lo spazio
e la mensa, quest’ultima, da utilizzare sia come tavola
che come seduta. I motivi grafici che caratterizzano la
“coperta” hanno una forte caratterizzazione astratta,geometrica e allusiva, richiamando, nella copertura della mensa/
seduta, addirittura un kilt scozzese: la loro immagine complessiva –
nel caso modificabile ad personam – stacca l’ensemble dal contesto e,
nel contempo, lo qualifica come un polo di attrazione esistenziale,
dove entrare, stare, stare insieme, conversare, convitare. In questa
operazione che è concettuale prima ancora che progettuale, il focolare
ideato da Gumdesign, delineando un piccolo mondo a sé, si trova a
svolgere tre azioni per solito divise e non sempre tutte presenti:
sviluppa e conserva la suggestione del fuoco-immagine, diffonde il
fuoco-calore ad alto rendimento grazie a sofisticate tecnologie,
sprigiona il fuoco-emozione a coinvolgere sentimenti di affetto, di
amicizia, di amore.
Lo stesso discorso vale per il camino Affinità in
cui la mensa-seduta è sostituita da uno schienale inclinato a circa
30°: una soluzione che suggerisce l’idea di un giaciglio per il più
comodo dei relax e per la più calorifica ginnastica amatoria. Una
rivisitazione non senza ironia delle scene d’amore sulla pelle d’orso
davanti al caminetto di tanti film romantici hollywoodiani.
Il terzo prodotto realizzato in collaborazione da Dim’ora e Friul
Mosaic si chiama Falò. Sviluppando una tendenza degli ultimi tempi
resa possibile dall’alimentazione a bioetanolo, ossia quella del
focolare senza cappa, i Gumdesign hanno ideato un camino “in cammino”
trasportabile avvolto in un velario musivo che traduce graficamente
la texture della cenere. Un elemento d’arredo autonomo, in se stesso
concluso e tuttavia aperto alla fruizione di tutti, un oggetto
“nomade”, stilisticamente versatile, che può essere spostato da un
ambiente all’altro, ricreando in ciascuno la suggestiva atmosfera del
falò tribale intorno al quale nascono miti e leggende, si accendono
amori e avventure, si suona, si balla, ci si avvicina alla natura
della nostra umanità più profonda, più intima, meno contaminata.
Più primitiva. Con Falò, seguendone lo spirito mobile, si ha come
l’impressione, metaforicamente parlando, di inoltrarsi per quella
via della conoscenza di sé irraggiungibile ma avvincente descritta da
Eraclito: “Per quanto tu cammini, ed anche percorrendo ogni strada,
non potrai mai raggiungere i confini dell’anima; tanto profonda è la
sua vera essenza”. Beh, per un camino non è poco.