by
Alessandro Romanini
IL DIZIONARIO DEL POETA FABER, IN DISORDINE ALFABETICO
Gumdesign sviluppa un suo personalissimo vocabolario creativo, operando in quel mondo di mezzo fervido di sviluppi creativi e di innovative soluzioni formali. In quel terrain vague, fluido, in cui si intersecano in maniera sinergica, scultura, design e architettura, cultura del progetto e finalità espressive. Uno spazio ipotetico in cui si sperimentano senza interruzione possibili combinazioni della sintassi dello spazio, potenzialità espressive dei materiali e istanze relazionali e poetiche.
Nella loro ricerca, i materiali non sono solo strumenti ma anche e soprattutto palinsesti su cui si stratifica un portato antropologico e pedagogico. Quest’ultimo perché legato al saper-fare dell’artigianato, frutto della trasmissione di conoscenza di generazione in generazione per secoli, che si stratifica nei materiali, divenendo identità antropica.
Una conoscenza non-formalizzata ma processuale che scaturisce dalla dialettica, sinergia fra la dimensione astratto-creativa e quella tecnico-pratica dell’artigiano e viene trasmessa tramite il binomio maestro – apprendista. Uno scambio basato su dinamiche “orizzontali” di reciprocità, che sviluppa conoscenza sia nel designer-creativo che nell’artigiano.
Un’acquisizione di conoscenze tipica del’homo faber nell’accezione di Hannah Arendt, basata sul learning by doing, che definisce se stessa mentre si sviluppa, conferendo all’errore la funzione di motore dell’acquisizione di esperienza.
In questo contesto si inserisce anche la dimensione etica del lavoro dei Gumdesign e il senso della continua interazione con la dimensione artigianale e la calibratura della dialettica forma-funzione. Dialettica, che nelle loro collezioni viene improntata alla singolarità creativa della realizzazione scultorea più che alla produzione industriale, che non viene comunque preclusa.
Memoria è l’altra parola inscindibile dal processo creativo di Gumdesign, perché è la “valigia” dell’esperienza, il bagaglio di soluzioni formali acquisite, di esperienze umane vissute per loro (inscindibili dal processo creativo), la stratificazione delle infinite combinazioni creative e soprattutto il portolano dell’esistenza. Inseparabile dal processo creativo e dalla memoria, la poesia di montaliana ascendenza, che cerca in maniera inesausta la poesia negli oggetti e nelle dimensioni intestiziali, dove la polvere del tempo si deposita e indica una continua interpretazione e intervento su un divenire biologico fra forme e superfici.
Per sviluppare questo complesso e articolato vocabolario poetico-esistenziale, la coppia di creativi ha sviluppato anche un proprio modus operandi produttivo, figlio dell’accoppiamento illegittimo tra il metodo eversivo Do-It-Yourself di ascendenza punk e quello cadenzato e sincopato del poeta che osserva e cataloga con la maniacale attenzione del tassonomo, lo scorrere del tempo sull’esistente e i suoi effetti.