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Fluido il ContenutoDemoliscono tanto il compiacimento iconografico quanto la specializzazione funzionale...


by
Gianluca Sgalippa

FLUIDO IL CONTENUTO, NEBULOSO L'ESTERNO
in "Minimi, Dialoghi Immobili" / 2011

Gumdesign riconduce il vaso all’idea della scomposizione, a conferma di una visione dinamica del paesaggio domestico.

Oltre ad abbracciare, nella storia, molteplici significati, il vaso nasce per contenere materia instabile e fluida. Più questa è difficile da gestire (l’olio nelle anfore, le spezie nelle urne, il profumo nei flaconi), più la forma del contenitore assume delle caratterizzazioni formali via via più specifiche.
Più l’uso è prosaico (il pitale, il barattolo delle conserve, ecc.), più la tipologia si radica nel nostro immaginario. Eppure il vaso occupa la nostra scena quotidiana per il motivo opposto. Più che per il suo ruolo tecnico-materiale, si impone per il suo ruolo ermeneutico, cioè come portatore di messaggi. Nella casa, sia classica che contemporanea, nessuna presenza è più totemica del vaso.

Nonostante la fragilità del vetro o della ceramica, esso ricompone, come un monitor inanimato, delle realtà del passato reali o idealizzate: su quello schermo narrativo passano le scene olimpiche dell’antica Grecia o le “conversazioni classiche” di Gio Ponti, ma anche le sognanti magie cromatiche di Murano.

Gabriele Pardi e Laura Fiaschi demoliscono tanto il compiacimento iconografico quanto la specializzazione funzionale. Lasciano “Espressioni Quotidiane” a un destino aperto, mutevole. È difficile definirlo genericamente “vaso”, ma lo vediamo come un sistema di contenitori che seguono docilmente la nostra vita quotidiana.

Il Modernismo snobba il tema vaso poiché riconducibile alle formule dell’“arte applicata”, dell’“ornamento” e dell’“artigianato artistico”, ovvero a questioni del tutto contrarie alle logiche della produzione seriale, almeno nella fase aurea del movimento. Il design del Postmoderno riagguanta il tema del vaso come entità memoriale e affettiva, ma pur sempre dalla valenza autoreferenziale.

La proposta di Gumdesign, affidata al know-how di Este Ceramiche, si colloca in una terza area, completamente nuova, sicuramente più sfumata di quelle che, storicamente, l’hanno preceduta. Dicevamo che il “vaso” è stato inventato per contenere la materia fluida e incontrollata.
Ma ora quella superficie concava/convessa separa due entità fluide: anche la realtà in cui siamo immersi è riconducibile a una nebulosa.

Dei tratteggi curvi sezionano, nel concept di partenza, un vaso vero e proprio in una serie di sotto-stoviglie, protagoniste di un sapiente gioco di assemblaggio/disassemblaggio.
Molto versatili nell’uso ma molto controllati sul piano formale, sono sicuramente “espressioni quotidiane” di una filosofia del tutto nuova, improntata alla metamorfosi e alla contaminazione.

I “pezzi” sono i componenti di un sofisticato taglia-e- incolla ambientale. Non più rappresentatività e monumentalismo, ma risposte a uno spazio sempre più metamorfico e a-centrato.