La Poesia nel DesignIl design come l’arte di comunicare attraverso gli oggetti, comunicare un emozione...
by
Maria Grazia Cicala
LA POESIA NEL DESIGN
in "Il dinanimismo presenta Maria Grazia Cicala con la sua poetica del e nel design
(… e dissertazione su Tokujin Yoshioka e Gumdesign)" / 2014
“Sia compito dell’artista trovare il significato poetico delle cose” (Anish Kapoor)
Poesia visiva, progettazione fiabesca e barocca, dilatazione labirintica degli spazi e delle sensazioni…
Designer che si distinguono per la dimensione organica, emozionale e individuale della propria ricerca, che privilegiano suggestioni psicologiche, materiche e sensoriali rispetto a un design e un’architettura più razionali. La razionalità colpisce la mente, i valori e le emozioni vere invece colpiscono il cuore. Le emozioni influenzano in ogni momento il nostro modo di agire e di pensare, condizionando il nostro comportamento. Qualunque cosa facciamo o pensiamo è permeata dalle emozioni, le quali sono inseparabili dal processo cognitivo. Le emozioni modificano anche il modo in cui ci occupiamo e ci relazioniamo con gli oggetti.
Stupire ed emozionare per rendere eterno un progetto nel tempo: Tokujin Yoshioka è uno dei designer più abili nell’emozionare e lo fa manipolando la materia con una poetica che affonda le radici nella tradizione giapponese e nella sua collaborazione con Shiro Kuramata e Issey Miyake.
Ha fatto parlare di sé per le sue installazioni evocative di fenomeni naturali. Valorizza i materiali sovvertendone l’uso riproducendo con capacità visionaria: nebbie, piogge, vento, aurore, acqua, nuvole e raggi di sole. Il suo lavoro è figurativo e simbolico, grande esploratore e reinventore della materia. Il suo è un lavoro iconografico, simile alla scrittura giapponese.
Crystalized pieces rappresenta una collezione onirica di oggetti in cristallo frutto di un’indagine sulla dipendenza reciproca che esiste tra i ricordi umani e i fenomeni naturali. Usando questo concetto come sua ispirazione creativa, cerca di creare un nuovo ritratto della natura, colpendo l’immaginazione dello spettatore. I pezzi assumono la casualità e l’imprevedibilità della natura ed esprimono un livello di bellezza che supera l’immaginazione umana. Le sue creazioni, solo in apparenza semplici, sono il risultato di un preciso fervore mentale teso a trasferire in un prodotto finito, una primordiale intuizione poetica. E’ così che le sue creazioni ci comunicano qualcosa di inatteso, seducente e meraviglioso.
Rainbow Church è un’installazione ad alto effetto scenografico che gioca con prismi di luce per creare uno spazio vuoto pervaso solo dai raggi di arcobaleno. L’effetto è realizzato grazie all’utilizzo di una vetrata di 8 metri, composta da 500 prismi di cristallo. Il visitatore è coinvolto in un sentimento di contemplazione profondo e meditativo. L’ispirazione ha come riferimento la Chapelle du Rosaire a Vence, progettata e decorata da Matisse, famosa per le sue vetrate, piene di luce e colore.
Tokujin Yoshioka con Prism Table cattura scorci del visibile trasformandoli in un nuovo sublime che accende la percezione dell’invisibile e scatena l’immaginazione. Con Prism fa sì che il visitatore-osservatore possa specchiarsi e nello stesso momento riflettere la sua immagine intorno. Quasi un’aprire una connessione specchio/anima! Lo specchio, incarna una valenza negativa o positiva secondo i casi: in esso ci si perde e ci si riconosce, si scopre ciò che è fugace (la bellezza) e si intuisce ciò che è eterno (l’essere), si distingue il dissimile dal simile.
Dinamicità, trasformabilità versatilità, ironia, gioco, sono le caratteristiche comuni a tutti i progetti dello studio GumDesign. La ricerca è sui nessi inusuali fra alto artigianato, cultura materiale e contemporaneità puntando, in particolare, su materiali di grande tradizione, ma superati: argento, rame, marmo, alabastro, ghisa, ceramica, cristallo.
“Il primo momento creativo, dipende dal sogno…il sogno, attraverso un disegno che possa essere coinvolgente e comprensibile; è molto importante saper coinvolgere emotivamente, progettare e sognare procedono insieme; immaginare ideare inventare creare qualcosa di nuovo implica una tensione emotiva che altro non è che sogno! e rimane il sogno di ogni designer ideare un oggetto che possa creare un rapporto privilegiato ed emozionale!” (Gumdesign)
Oggetti Autonomi: paesaggi evanescenti inconsapevolmente sensibili. Gli oggetti, mettono in evidenza il loro lato poetico, in una condizione solo apparentemente inanimata. Sono “oggetti autonomi” che nascono in modo spontaneo, come idee e immagini che solo in un secondo tempo prendono forma, in una visione platonica del processo creativo. Quasi per magia escono da corpi e menti, raccontano storie di coinvolgimento ed emozione, ricercano il punto di contatto con l’umano.
Il tema del “sogno” viene affrontato osservando il processo onirico, la successione di strati ed episodi in Strati temporali. Il momento legato all’etereo e all’anima, leggero e lontano dalla materia, viene affrontato per successione di strati e di episodi scollegati tra loro in apparenza ma che sono rielaborati in modo da farne una storia: l’Oggetto.
Il Sogno è il legante la stratificazione le storie, l’atto costruttivo è dato dall’unione degli scarti di lavorazione del marmo: contrapporre alla leggerezza del sogno la pesantezza dell’Oggetto, un sasso. Esso è l’elemento costitutivo del fiume, arrotondato e levigato dal tempo e dall’azione dell’acqua; si collega formalmente a questa ricostruzione onirica per strati temporali e definisce la nuova serie di oggetti, da vaso a contenitore, da centro tavola a portafrutta e portaoggetti.
Il paesaggio della tavola come visione pittorica traslata nella terza dimensione che ritrae oggetti inanimati: Soggetti Smarriti, bottiglie, ciotole, centro tavola che composti diventano i veri attori della scena. Un paesaggio che si trasforma fisicamente in figura umana, veicolo di analisi e comunicazione dell’interiorità. Una figura femminile, reinterpretazione delle “kokeshi”, bambole giapponesi che venivano donate come segno di buon auspicio.
Prodotti multisensoriali, che raccontano una storia e lavorano più sulla poetica delle cose che sull’estetica delle forme, questo il loro fascino questo il mondo di GumDesign!
La vera nuova sfida di oggi, è riuscire a raccontare tanto con poco, lavorando di più sulla poetica delle cose che sull’estetica delle forme e ottenendo spazi che dialoghino con l’ospite.
Penso dunque al Design come all’arte di comunicare attraverso gli oggetti. Comunicare un’emozione, attraverso quegli stimoli che insieme compongono il prodotto: la forma, il colore, le finiture, la funzione, il suono, il profumo e l’immagine.
Poesia e Sogno…la scelta di fondo creativa dei due Designer.