Narrativa OggettualeDimostrazione che la strada animista (anziché merceologica) è universalmente riconosciuta...
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Vincenzo Pellegrino
Bruno Munari diceva: "Conservare lo spirito d'infanzia dentro di sè per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare".
L'eco delle sue parole sembra risuonare armonicamente nella produzione di Gumdesign.
Concedetevi uno sguardo.
NARRATIVA OGGETTUALE
in "Artwort" / 2014
“Così come esiste un buon design che non è fatto di idee, ma di presenza armonica, evocativa, plastica e come esiste un design altrettanto valido e fatto sì di buone intuizioni e ricerche, ma comprensibili solo con una didascalia alla mano, così esiste un design che è esso stesso messaggio, anzi sms, del suo contenuto, e al tempo stesso ne è media, uno strumento di risonanza.” (Chiara Alessi in “Dopo gli anni Zero. Il nuovo design italiano”/2014)
Ne è la tangibile prova Gumdesign, lo studio di architettura, industrial design e comunicazione fondato nel 1999 da Gabriele Pardi e Laura Fiaschi, che deve il suo onomatopeico nome ai chewing gum dell’infanzia di cui i designer toscani vorrebbero – ora e sempre – mantenere l’elasticità, la resistenza e l’incredibile capacità di de-formarsi.
Un metodo, quello dei Gum, che obbliga a pensare e a volte irrita (particolarmente i puristi della forma) ma dal forte contenuto comunicativo e con un concept altisonante, immediato e al tempo stesso inaspettato che, tra gli altri, ha lo scopo e il merito di riportare il design a parlare con la gente e gli oggetti a raccontare delle storie.
Infinita la lista dei clienti, non meno vasta quella dei riconoscimenti, dimostrazione che la strada animista (anziché merceologica) è universalmente riconosciuta e condivisa quando la mano che progetta e quella che esegue sembrano compenetrarsi e alimentarsi, senza per questo consumarsi vicendevolmente di un fuoco comune.
Souvenir, prodotto da De Castelli, reinventa le note “palle di neve” (dream globes/snowstorms), custodendo sogni ed interpretazioni della casa come luogo mutevole e contenitore di avvenimenti.
La casa degli amanti, la casa comprensiva, la casa isolata, la casa del litigio, la casa prigione, la casa protetta, la casa della separazione e la casa della tradizione sono solo alcune riflessioni che si materializzano; micro installazioni, piccole sculture in metallo che attraverso la loro originaria bidimensionalità si trasformano in icone concettuali, segni iconici ed archetipici.
Il paesaggio della tavola è una rappresentazione pittorica traslata nella tridimensionalità che ritrae oggetti inanimati; soggetti usuali, bottiglie, ciotole, centrotavola che composti diventano i veri protagonisti della scena.
I colori del marmo e della terracotta rafforzano il carattere poetico e surreale di Soggetti Smarriti, esaltandone fisicità, carattere e natura.
Uno scenario transitorio da oggettuale, opaco ad antropomorfo, reinterpretazione delle “kokeshi”, veicolo di analisi e comunicazione dell’interiorità.
Calici Caratteriali è una collezione di 7 calici che si collega al tema della “personalità” attraverso la reinterpretazione concettuale e formale; oggetti funzionali che richiamano un contatto diretto, una vicinanza ed una complicità per innescare processi sociali indotti.
In questa logica, Gumdesign individua il dettaglio mimico o fisiognomico che consente di trasferire sul calice una caratteristica umana, piccole trasformazioni che suggeriscono nuovi usi e nuove tipologie di prodotto.
L’estroverso è il noto calice Swing, capace di cercare un contatto forte, coinvolgendo il consumatore.
Il conservatore è un calice attento; un tappo in sughero permette la conservazione del vino.
L’altruista è caratterizzato dal bordo a beccuccio; si predispone a lasciar condividere il vino con la persona che ti siede accanto senza il rischio di versarlo sulla tavola.
L’ambiguo non si decide sulla forma, si muove e si deforma generando un motivo decorativo ma non funzionale al prodotto; nega la sua essenza in modo dichiarato senza prender posizioni.
Il passionale è composto da due calici che presentano la coppa inclinata, diretta una verso l’altra in un rapporto sentimentale e di amicizia; pronti per il brindisi, aperti alla conoscenza ed alla condivisione.
Il rilassato è un calice disteso, disposto ad accontentare in un clima pacifico il degustatore; la coppa si inclina leggermente, decanta perfettamente il vino e si allunga verso la bocca.
L’introverso si presenta invece come un semplice calice nato però con la combinazione della caraffa da mezzo litro; un rapporto a due, unico e compenetrante.
Con i Calici Caratteriali bere un sorso di vino diventa – oltre che un piacere per il palato – anche un gioco di ruoli, la descrizione di un’identità desiderata o la maschera rivelatrice di noi stessi.