Oggetti AnimistiI Gum appartengono al novero di quei designer convinti che gli
oggetti abbiano un‘anima...
by
Cristina Morozzi
OGGETTI ANIMISTI DA GUARDARE E PER GUARDARSI
in "Minimi, Dialoghi Immobili" / 2011
Per tanti anni ho portato in borsa uno specchietto rotondo di metallo,
ereditato da mia nonna.
Di certo orientale. Non so come fosse arrivato
in casa. E’ utile avere in borsa uno specchietto per rimettersi
il rossetto. Ma se si rompe sono almeno cento anni di disgrazie.
Teoricamente non sono superstiziosa, ma poiché amo le cose, lo sono,
eccome! Lo specchietto di metallo è stato una sorta di talismano.
Purtroppo l’ho perso, ma l’ho nitido negli occhi.
Mi è tornato in
mente quanto ho visto luccicare sulla mensola gli specchi “Monologo”
di Gumdesign, realizzati da Matteo De Vecchi, che è stato capace di
rendere l’argento ancora più lucido del solito, quasi abbacinante.
“Monologo” sono specchi che non sono specchi, perché non sono di
specchio, ma riflettono nitidi; che non sono solo specchi, ma anche
oggetti, che mimetizzano il loro essere specchi con l’inventiva del
design, specchi che rendono meno narcisitica la pratica del rimirarsi,
perché stanno lì, lucenti, per farsi ammirare, non solo per riflettere.
Lucidi, eleganti sanno d’essere qualcosa di più d’un riflesso, d’essere
specchi, ma anche altro. Sono oggetti decorativi, abbaglianti, sono
talismani / feticci, disegnati per catturare lo sguardo, da guardare,
anche senza guardarsi.
“Dialoghi”: l’argento si piega con la naturalezza di un sottile
foglio di carta, con una tecnica quasi da origami, per incorniciare
ritratti. Ma la cornice si estende lateralmente, flettendosi per
porgersi come specchio del ritratto. Più che di “Dialoghi”, si
tratta di animismo. Le foto sono vive ed è lecito che abbiano voglia
di specchiarsi.
Lo dico con cognizione di causa. Se mi date una
foto a rovescio, con l’aiuto un pendolino legato ad un filo sottile
o ad un capello, vi posso dire se la persona ritratta è viva o
morta, se è in buona salute, o malata, se è maschio o femmina. Il
pendolo si muove velocemente se la persona nella foto è in buona
salute, rimane fermo se è morta, gira in cerchio se è femmina,
ha un movimento ondulatorio se è di sesso maschile. La foto,
dunque, conserva sempre un afflato d’anima.
I Gum, non so quanto
consciamente, hanno immaginato delle cornici “animiste”, create
per ritratti, non solo da guardare, ma che si guardano: le foto,
in quanto vitali, potrebbero avere ancora voglia di specchiarsi!
I Gum appartengono al novero di quei designer convinti che gli
oggetti abbiano un‘anima e s’industriano affinché questa magia si
compia.